Questo articolo prende spunto dal libro A guide to a good life di William B. Irvine ed è la seconda parte. La prima la trovi qui.
Pensare alle cose brutte che possono succedere e allo stesso tempo a gioire dei piaceri della vita senza diventare schiavi di essi.
Cos’è la cosa peggiore che può succedere?
Se accade, come puoi risistemare le cose?
Periodicamente contempla le brutte cose che possono succedere. La ragione per fare ciò è: prevenire che queste cose accadano in primo luogo.
Dobbiamo tenere a mente che tutte le cose finiscono.
Noi umani siamo infelici perché siamo insaziabili. Dopo aver lavorato duramente per ottenere ciò che volevamo, abitualmente perdiamo interesse nell’oggetto del nostro desiderio.
Al posto di sentirci soddisfatti ci sentiamo un po’ annoiati e in risposta a questa noia generiamo desideri perfino più grandi.
Lo psicologo Shane Frederick e George Loewenstein hanno studiato questo fenomeno e lo hanno chiamato “Hedonic Adaptation”.
Il problema è che quando soddisfiamo il nostro desiderio per qualcosa, ci adattiamo alla sua presenza nella vita e come risultato non lo desideriamo più.
Una chiave per la felicità è quella di prevenire il processo di adattamento e non prendere le cose per date.
Ci sono un sacco di cose a cui ci siamo adattati, cose che un giorno sognavamo di avere e ora le prendiamo per date, incluso, forse la nostra sposa, i nostri bambini, la nostra casa, la nostra macchina e il nostro lavoro.
Questo significa che forse oltre a prevenire il processo di adattazione dobbiamo trovare un modo per invertirlo. In altre parole dobbiamo creare il desiderio in noi stessi per le cose che già abbiamo.
Il modo più facile per arrivare alla felicità è quello di desiderare le cose che già abbiamo.
Come possiamo convincerci di volere le cose che già abbiamo?
Durante la giornata dobbiamo fermarci periodicamente a riflettere sul fatto che non vivremo per sempre e che questo potrebbe essere il nostro ultimo giorno.
L’adattamento edonico ha il potere di estinguere la nostra gioia del mondo. Prendiamo la nostra vita e quello che abbiamo per dati al posto di gioire. La visualizzazione negativa è un potente antidoto. Pensando alla perdita di quello che abbiamo , guadagniamo apprezzamento per esso, e possiamo rivitalizzare la nostra capacità di gioire.
Alcune volte alla settimana uno stoico si ferma nel suo godimento verso la vita per pensare a come tutto questo, tutte le cose da cui trae gioia, potrebbero essere prese da lui. Ma c’è una differenza tra il contemplare qualcosa di brutto dall’accadere e preoccuparsi di esso.
Lo scopo è arrivare ad ottenere una gioia senza confini, ferma e inalterata.
Esercizio: alterna la visione negativa al pensiero positivo. Fammi sapere nei commenti come è andata.
Matteo
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